L’arma da Stoia

L’immagine è chiaramente platonica, con la famosa caverna e tutti quanti dentro a chiedersi che cosa sono quelle ombre che scorrono sul muro, sono uomini, sono dei, siamo noi, le nostre rappresentazioni…

Niente di meglio però per suggerire l’idea di un progetto che raccolga ciò che è debordato dalla nostra memoria e s’è trasformato in una registrazione, un filmato, in qualsiasi formato, dal super 8 al VHS, pellicola, nastro e perchè no, anche DVD.

L’Arma da stoia (la grotta della storia) è un po’ il luogo ideale in cui si possono ritrovare i nostri ricordi. Oggi conservarli è più facile, con le nuove tecnologie. Ma anche prima c’era puntualmente qualcuno con la cinepresa ai matrimoni e si andava con le prime telecamere su per i monti o alle feste di paese. Se non siamo stati noi produrre i ricordi, magari lo hanno fatto i nostri nonni, i nostri padri e adesso giacciono dimenticati in qualche cassetto o scatolone in soffitta.

L’Arma da stoia è stato studiato da ZemiaFilm per realizzare un archivio della memoria popolare delle Alpi liguri organizzato attraverso la ricerca e la rimasterizzazione di vecchi filmati amatoriali e non.

Quindi chiunque abbia vecchi filmati di quando era bambino o riprese di gite e feste popolari, con immagini di paesi, monumenti, persone, cose, situazioni, contatti Zemiafilm. Ogni contributo, anche il filmino del matrimonio, o la festa di compleanno della nonna degli anni ’80, può essere prezioso per la nostra eredità.
Conserva una traccia di che cosa siamo e come eravamo. Tutti i filmati verranno digitalizzati e poi restituiti ai legittimi proprietari.
Info: http://zemiafilm.wordpress.com

3 commenti

Archiviato in Centroterra, Cronache del Sol Ponente

3 risposte a “L’arma da Stoia

  1. gianni

    bella iniziativa!

    Nella speranza di rendermi utile ti do due segnalazioni.
    Qualche tempo fa mi è capitato di vedere su youtube un vecchio filmato (anni ’70) di una festa di una famiglia di Taggia. Mentre nell’archivio dell’Istituto Luce sono presenti 2 o 3 filmati degli anni ’20 (o ’30) di feste popolari o ad Arma o a Taggia: in quello che ho visto io si vedeva un carretto con delle donne che lanciavano fiori alla folla (era forse la festa della Maddalena?).

  2. pia

    sì, il recupero della memoria grazie alla tecnologia è una gran cosa.
    C’è molta attenzione (vedi cosa è riuscito a fare Fausto Amalberti per Soldano col sito http://www.soudan.it) ed io mi chiedo come mai troviamo tanta ricchezza nel passato: chè non ci aspettiamo niente dal futuro?!?

  3. Ponentino

    Come tutte quelle che contribuiscono a conservare un pezzetto di memoria a uso e consumo nostro e delle generazioni che verranno, la vostra iniziativa merita un sincero incoraggiamento.
    Segnalo a chi fosse interessato a questo tipo di progetti, due iniziative, entrambe torinesi, con cui mi è capitato di collaborare in questi tempi: http://www.superottimisti.org
    http://www.bancadellamemoria.it

    @ Pia
    Provo a risponderti con una frase di Simone Weil:
    “E’ cosa vana distogliersi dal passato per pensare soltanto all’avvenire. E’ una illusione pericolosa pensare soltanto che sia possibile. L’opposizione tra avvenire e passato è assurda. Il futuro non ci porta nulla, non ci dà nulla; siamo noi che, per costruirlo, dobbiamo dargli tutto, dargli persino la nostra vita. Ma per dare bisogna possedere, e noi non possediamo altra vita, altra linfa che i tesori ereditati dal passato e digeriti, assimilati, ricreati da noi. Fra tutte le esigenze dell’anima umana nessuna è più vitale di quella del passato.”
    (S.Weil, La prima radice, Milano 1954)

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